In 15 classi italiane per un totale di 4 regioni pilota si sta sperimentando, infatti, l’impiego dell’AI a scopi educativi: è indubbio che questo strumento venga già ampiamente utilizzato dagli studenti come “aiuto” nei compiti o nello studio. Introdurlo a livello disciplinare, sperimentandone i pro e i contro, può rivelarsi quanto mai opportuno per conoscere meglio le potenzialità e le minacce derivanti da questa nuova tecnologia.
È importante che i docenti siano formati all’utilizzo dell’AI per sfruttarla come ausilio didattico, senza penalizzare l’impegno individuale. Nel “Libro Bianco per l’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino” redatto dall’Agenzia per l’Italia Digitale, troviamo alcuni esempi di come la scuola potrebbe trarre beneficio dall’adozione di soluzioni di IA come:
☑disponibilità di strumenti automatici per la valutazione
☑alta personalizzazione del materiale didattico
☑offerta di tutoring automatizzato
☑analisi di possibili variazioni da introdurre nel programma scolastico ☑raccolta di indicatori predittivi contro l’abbandono scolastico
☑elaborazione delle pagelle elettroniche, del calendario lezioni e gestione delle assenze
Il percorso di introduzione dell’AI nella scuola italiana è solo all’inizio con le 15 classi pilota: al termine dei due anni di sperimentazione, sarà l’Istituto Invalsi a valutare i risultati del progetto, mettendo a confronto i progressi degli studenti delle classi “digitali” con quelli delle classi “tradizionali” per decidere se estendere l’utilizzo dell’AI a tutte le scuole italiane a partire dal 2026.
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